Il momento del pasto ha da sempre rappresentato un importante momento di convivialità. In quest’ epoca di pandemia a maggior ragione ci siamo sorpresi a considerare quanto il momento del pasto sia quasi un pretesto al fine di celebrare la vicinanza a coloro i quali teniamo. I moderni strumenti della tecnologia in un qualche modo hanno colmato l’impossibilità di condividere alcuni momenti del convito; il fare un aperitivo on line con i propri amici, parenti è diventato quasi un rito per i più giovani di noi, così come ha significato un importante momento di ritrovo nei principali momenti liturgici delle feste natalizie.
Non vi è dubbio però che nessuno smartphone possa sostituire in tutto per tutto la presenza di coloro ai quali si vuole bene. Ciò si è reso palese con il protrarsi della pandemia e si traduce col desiderio crescente di ciascuno di noi di ritrovarsi attorno ad una tavolata. Mai come oggi si anela questa possibilità che fino ad un anno fa davamo per scontata, non dimentichiamoci infatti che l’essere umano è per sua stessa definizione un animale sociale e ciò che a tutti pare oggi una mancanza incolmabile è appunto la vicinanza di chi arricchisce la nostra vita con la sua sola esistenza.
Tutti noi abbiamo a diverso modo subito questa mancanza, gli anziani che hanno nei confronti dei loro figli e nipoti un importante spinta di vitalità, gli adulti che trovano un ottimo pretesto per coltivare relazioni significative sia nel mondo del lavoro che del tempo libero, ed infine i ragazzi ed i bimbi la cui socialità rappresenta un importante pedina nella scacchiera dell’indipendenza nel percorso di crescita.
E’ in quest ottica e per queste ragioni che il pasto scolastico assume particolare rilevanza in questo periodo storico. E’ attraverso il momento del pranzo scolastico in particolare per i ragazzi più piccoli, che i bambini possono oggi sperimentare quasi unicamente la loro dimensione e capacità relazionale, come mai avvenuto prima, e come mai oggi è importante permettere ai bimbi di continuare a godere di questo privilegio, al di là del suo stretto apporto nutrizionale.
Io stessa in qualità di psicoterapeuta ho consigliato in più occasioni ai genitori di poter permettere ai loro figli la frequentazione della mensa scolastica per il suo eccezionale valore educativo ed in alcuni casi terapeutico. Nei casi di bullismo rappresenta un contesto naturale di dinamiche relazionali in cui l’adulto di riferimento, insegnanti o educatori a diverso livello, può dapprima studiare ed in seguito intervenire in maniera puntuale ed efficace; nei casi di aggressività o di inadeguatezza comportamentale è esso stesso contesto di regole strutturate e ben delineate ove il rinforzo positivo e negativo puntuale è facilitato; nei casi di inibizione relazionale o ritardo consente d’apprendere per imitazione e di interagire in un ambiente tutelato e mediato dalla presenza dell’adulto ed ancora di più lo è in tutti quei casi in cui vi sono a vari livelli problematiche relative all’alimentazione in senso stretto (anoressia, bulimia, ortoressia, fobie, iperalimentazione, alimentazione selettiva…).